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Pubblicato il 04.09.2020


Si sta smuovendo sempre più la protesta contro l'emendamento, proposto dalla Lega ed approvato dalle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavori Pubblici del Senato, che fornisce un’interpretazione dell’articolo 6, comma 10, della Legge 240/2010 sull’organizzazione e la qualità delle Università e del mondo accademico.

Il testo dell’emendamento approvato stabilisce che “ai professori ed ai ricercatori a tempo pieno è liberamente consentito, indipendentemente dalla retribuzione, lo svolgimento di attività extraistituzionali realizzate in favore di privati, enti pubblici ovvero per fini di giustizia, purché prestate, quand'anche in maniera continuativa, non in regime di lavoro subordinato e in mancanza di un'organizzazione di mezzi e di persone preordinata al loro svolgimento”.

Ieri sono state dure le reazioni da parte del mondo delle professioni che hanno messo il punto su una questione che, se portata definitivamente in approvazione al Senato, rischia di creare conseguenze preoccupanti.

Per la Rete delle Professioni Tecniche (RPT): "nulla ha a che fare con la semplificazione e va nella direzione di aumentare il divario nella società in termini di garanzie e tutele”.

RPT lamenta inoltre che l’approvazione dell’emendamento è avvenuta “nello stesso tempo in cui vengono bocciati emendamenti, proposti dalle professioni, indirizzati a migliorare leggi esistenti e ad introdurre strutturali processi di semplificazione”.

“L’attuale emergenza sanitaria – sottolinea RPT - ha mostrato con totale evidenza la profonda differenza tra chi ha un lavoro pubblico e chi svolge una attività professionale in forma autonoma. Per i primi la pandemia non ha prodotto alcun cambiamento nel regime economico, di tutele e di sicurezze sociali. Per i secondi, cui è stato negato anche l’accesso al contributo a fondo perduto, si sono aperti scenari assolutamente critici, per non dire drammatici, che li hanno gettati nel panico dell’insicurezza e della mancanza di risorse"..."Oltre al problema di sottrarre possibilità di lavoro alle libere professioni per darlo a chi, invece, gode già di diverse tutele, RPT pone l’accento su altri danni che potrebbero essere causati dalla misura. I professionisti tecnici ritengono che la norma in questione non garantirà “il rapporto tra l’esigenza che chi insegna abbia concrete esperienze sul campo da trasferire agli studenti ed il rispetto per le attività professionali svolte in maniera autonoma”.

RPT denuncia che, più che di interpretazione autentica di una norma, l’emendamento “serva a garantire impunità rispetto a determinati comportamenti scorretti registrati nel passato e che, in ultima analisi, finisca col mascherare l’ennesima sanatoria”.

Si allega il Comunicato stampa della  RPT.